Desiderio Tra Le Montagne: I Selvaggi Uomini di Montagna – Libro 3 by Vanessa Vale

Desiderio Tra Le Montagne: I Selvaggi Uomini di Montagna – Libro 3 by Vanessa Vale

autore:Vanessa Vale
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


«Non molte,» concordò Mac. Era in piedi come lo era stato nel pronto soccorso, con una mano alla base del proprio uccello.

«Esattamente. E per una prima volta? Mi sto rendendo conto che non sarò mai normale.»

«Bene,» disse Mac. «Normale è noioso, cazzo.»

«O annoia i cazzi,» commentò Hardin, poi si mise all’opera col preservativo.

Io prestai grande attenzione a come lo srotolò leggermente per fare un cappuccio in cima che poi posizionò sulla punta del suo enorme cazzo. Era immenso. Più spesso di quello di Mac, più scuro. Lo guardai afferrarselo alla base e srotolare il profilattico fino a coprirlo del tutto.

«Hai detto di non essere mai stata a cavallo, ma è arrivato il momento di farti una cavalcata,» disse Hardin.

«Vuoi che stia io sopra?»

«Controlli tu il ritmo, ti prendi tutto il tempo che ti serve.»

«Ma-»

«Sta pensando troppo,» disse Mac, ed io mi voltai a guardare lui. Si limitò ad inarcare un sopracciglio, sfidandomi a ribattere.

Hardin arricciò un dito. «Vieni qui.»

Io mi chinai e lo baciai. La sua lingua trovò la mia e si diede da fare. Ad un certo punto, mi aveva spostato le mani sul bracciolo del divano. «Su,»

mi disse.

Io mi accigliai, ma feci come mi aveva detto. Sporgendomi in avanti, i miei seni si trovarono proprio davanti al suo viso. Lui li prese delicatamente, li premette tra di loro, li massaggiò e poi cominciò a giocare con i capezzoli. Dio, adoravo la sua bocca, le sue dita. Era come una magia leggermente dolorosa.

Mi dimenticai che Mac ci stava guardando. Mi dimenticai di trovarmi nel retro di un’officina. Mi dimenticai di chi fossi. Mi limitai a sentire.

Cominciai a muovermi, desiderando di più. Avendone bisogno.

Trasalii quando sentii delle dita sulla mia figa che mi accarezzavano la pelle gonfia.

«È bagnata. Così fottutamente bagnata,» mormorò Mac.

Io cominciai a dimenarmi, volendo che facesse qualcosa. «Ti prego,»

implorai.

Lui mi insinuò un dito dentro ed io trasalii, stringendomici attorno.

Sapevo che non era nulla rispetto a ciò che Hardin aveva in mezzo alle gambe, ma mi piacque. Lo anelavo.

«Di più,» dissi. «Ti prego, oddio, è così bello.»

Tra il dito di Mac e la bocca di Hardin, ero di nuovo a un passo dall’orgasmo.

«Sali su quel cazzo, dolcezza,» mi disse Mac. La bocca di Hardin era impegnata.

Io feci scorrere le ginocchia accanto ai fianchi di Hardin e il dito di Mac mi scivolò via da dentro. Sollevandomi, mi tenni sospesa su di lui.

«Brava ragazza, ora afferraglielo. Più forte. Alla base, così. Sì. Adesso infilatelo dentro. Vacci piano.» Mac mi diede istruzioni. Io ascoltai le sue parole, quanto carnali e sporche fossero. «Guardalo che ti allarga quella figa. Cazzo, è eccitante da morire. Torna su, adesso giù. Guarda quanto ne hai preso di più.»

Continuò a parlare mentre io mi calavo sul cazzo di Hardin. Non fu facile. Non era minimamente come i dildo con i quali avevo giocato. Quelli a confronto erano piccoli. Mi fece male, il farmi allargare, ma fu anche bello. Ce l’aveva duro e caldo, così spesso.

«Cazzo, sei così stretta,» mi disse lui, il suo fiato che mi colpiva i capezzoli.



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